Le lenti a contatto morbide multifocali (MFSCL)
Una lente bifocale o multifocale (due o più fuochi) presenta due o più poteri che possono essere posizionati in punti diversi della lente, permettendo al soggetto di vedere nitidamente sia da lontano sia da vicino. Solitamente formano uno o più anelli concentrici di potere diverso che permettono alla lente di ruotare sull’occhio senza alterare la performance visiva.1 Questa tipologia di lenti è nata per la compensazione della presbiopia, condizione in cui diventa difficile mettere a fuoco oggetti vicini e, in presenza di una ametropia, anche oggetti lontani. La soluzione correttiva è una lente che contenga i due poteri necessari al soggetto per vedere nitidamente sia da lontano sia da vicino.
Come le lenti multifocali agiscono sul controllo della miopia
Attualmente, come abbiamo visto essere dimostrato da numerosi studi, l’ortocheratologia è il metodo più efficace per rallentare l’allungamento assiale degli occhi dei bambini e, quindi, per controllare la progressione della miopia. Questo trattamento corregge il difetto visivo centrale, mentre a livello della retina periferica i raggi luminosi vengono focalizzati davanti alla retina producendo quindi un defocus periferico miopico. Proprio questo particolare sfuocamento periferico costituisce la teoria più riconosciuta per il controllo della miopia nei giovani.2 Le lenti a contatto multifocali con centro per lontano, una volta applicate, riescono a riprodurre un’immagine topografica simile a quella post trattamento ortocheratologico. In questo modo, l’effetto correttivo di queste lenti risulta paragonabile a quello dell’OrtoK.64
L’uso di lenti a contatto multifocali per il controllo della miopia è stato studiato più volte negli ultimi dieci anni; sono numerosi infatti gli studi che hanno come scopo quello di paragonare questo trattamento con altri tipi di correzione, di studiare gli effetti delle comuni MFSCL disponibili nel mercato o di nuovi design appositamente sviluppati. Di seguito ci soffermeremo su alcuni di essi.
Vision Performance With a Contact Lens Designed to Slow Myopia Progression65
In questo studio Kollbaum e altri non hanno voluto verificare l’efficacia delle lenti dual-focus nel controllo della miopia, bensì la performance visiva con queste lenti. Infatti, oltre a non aver raccolto dati come l’allungamento assiale, l’eteroforia da vicino o la refrazione periferica, gli Autori hanno utilizzato come soggetti un gruppo di giovani adulti (24 giovani tra i 18 ed i 25 anni). Le lenti DF utilizzate sono le MySight (CooperVision, Hong Kong), mentre le multifocali sono le Proclear (CooperVision, USA): queste lenti, costituite dello stesso materiale, presentano un simile contenuto d’acqua, simile raggio base, diametro e addizione.
Ai soggetti sono state applicate per una settimana una delle due lenti (selezionate in maniera casuale) e per una seconda settimana l’altra tipologia. E’ stata dunque misurata l’acuità visiva in condizioni di alto e basso contrasto da lontano (4 m), intermedio (1 m) e vicino (40 cm); inoltre, è stato chiesto di esprimere in maniera soggettiva il livello di soddisfazione per ciascuna delle due lenti. Dai dati raccolti nello studio non sono emerse differenze significative di acuità visiva o di soddisfazione, malgrado le differenze di design tra le due lenti; tuttavia, entrambe hanno ottenuto una valutazione inferiore in termini di soddisfazione rispetto alla miglior correzione. Anche la performance visiva in condizioni di bassa illuminazione e basso contrasto è risultata inferiore con entrambe le lenti rispetto alla miglior correzione. Quest’ultimo aspetto, reso già noto da precedenti studi, fa parte dei vantaggi-svantaggi dell’uso di queste lenti per il controllo della miopia.
Lo studio in oggetto ha valutato la performance visiva dopo una sola settimana di porto, è quindi ipotizzabile che esse migliorino con l’utilizzo per più settimane o mesi. In conclusione, gli Autori hanno potuto affermare che le lenti DF create per il controllo della progressione miopica consentono una qualità visiva del tutto simile a quella ottenuta con l’uso di lenti a contatto MF: pertanto, possono essere prescritte tanto quanto le MF specialmente in presenza di soggetti giovani ed in progressione miopica.
The Effect of Multifocal Soft Contact Lenses on Peripheral Refraction66
In questo studio, Kang e altri hanno comparato le variazioni della refrazione periferica in giovani soggetti miopi corretti con lenti a contatto morbide mono e multifocali (SVSCL e MFSCL). I 34 soggetti coinvolti nello studio, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, sono stati classificati a seconda del grado di miopia che presentavano: bassa miopia tra -0,75 e -2,25 D, miopia moderata tra -2,25 e -6,00 D. Sono state utilizzate due tipologie di lenti: Proclear monofocali (CooperVision) e Proclear Multifocali; caratteristiche come raggio base, diametro e materiale, invece, sono quasi identiche tra le due lenti. Dopo ciascuna applicazione sono state eseguite una refrazione oggettiva lungo il meridiano orizzontale a 0, 10, 20 e 30 gradi di eccentricità e una refrazione soggettiva.
In entrambi i gradi di miopia, le lenti multifocali hanno prodotto una minor tendenza all’ipermetropia periferica rispetto alle lenti monofocali. Lo stato refrattivo prodotto dalle Proclear MF con centro per lontano e addizione di +2,00 D è risultato miopico per la maggior parte dei gradi di eccentricità misurati lungo il meridiano orizzontale. In accordo quindi con la teoria sul defocus periferico miopico, questa miopia può essere un fattore protettivo nello sviluppo dell’ametropia centrale.
Multifocal Contact Lens Myopia Control67
In questo studio di due anni, Walline e altri hanno voluto determinare la progressione della miopia e l’allungamento assiale in un gruppo di bambini cui sono state applicate lenti a contatto multifocali con centro per lontano presenti sul mercato. Non si tratta, tuttavia, di uno studio clinico randomizzato in quanto sono stati recuperati i dati di soggetti corretti per due anni con lenti a contatto monofocali per avere il gruppo controllo. Sono stati coinvolti 40 bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni e, di questi, 27 hanno completato i due anni di follow-up.
Dai dati ottenuti nello studio è emerso un aumento maggiore dell’equivalente sferico dell’errore refrattivo, della profondità della camera vitrea e della lunghezza assiale nei soggetti corretti con lenti a contatto monofocali rispetto ai soggetti corretti con lenti a contatto multifocali. L’allungamento assiale medio è risultato essere di 0,06 mm all’anno maggiore nei bambini con lenti SV rispetto a quelli con lenti MF; l’allungamento della camera vitrea, di 0,08 mm all’anno più rapido nei gruppo controllo che nel gruppo in studio. L’errore refrattivo centrale (miopia) è aumentato di 0,26 D in più all’anno nei soggetti del gruppo controllo che in quelli con lenti a contatto MF.
Gli Autori hanno potuto concludere che le MFSCL con centro per lontano studiate hanno rallentano la crescita dell’occhio del 29 % e la progressione dell’errore refrattivo del 50 %.
Considerati anche i risultati di altri studi (Anstice and Phillips, Sankaridurg e altri) diventa necessario uno studio clinico randomizzato a lungo termine per determinare gli effetti delle lenti morbide multifocali sul controllo della miopia.
Peripheral Defocus with Spherical and Multifocal Soft Contact Lenses68
In questo studio Berntsen e Kramer hanno analizzato il defocus periferico di soggetti miopi corretti con lenti a contatto morbide monofocali e multifocali nella visione da lontano e da vicino. Sono stati selezionati 25 giovani adulti di età compresa tra i 22 ed i 27 anni con una miopia compresa tra -0,50 e -6,00 D. Ai soggetti sono state applicate due tipologie di lenti diverse: una monofocale e una multifocale e per ciascuna è stato misurato l’errore refrattivo nella visione da lontano e da vicino lungo il meridiano orizzontale a 0, ±20, ±30 e ±40 gradi di eccentricità.
I dati ottenuti mostrano come le lenti MF producano un defocus miopico maggiore a 40 e 30 gradi di eccentricità nel campo visivo nasale e a 20 e a 30 gradi nel campo visivo temporale. Anche dai dati emersi nella refrazione eseguita con lo stimolo visivo posto a 30 cm le lenti MF hanno prodotto un defocus miopico maggiore rispetto alle lenti SV a 40 e 20 gradi di eccentricità nel campo visivo nasale e a 30 gradi nel campo visivo temporale.
Malgrado questo studio presenti delle limitazioni come l’età dei soggetti, gli Autori si aspettano simili variazioni nel defocus periferico anche nel caso in cui le misurazioni vengano effettuate nei bambini. Inoltre, gli stessi Berntsen e Kramer sottolineano la necessità di uno studio clinico randomizzato su un discreto numero di bambini che confermi i risultati degli studi condotti sino ad oggi sull’efficacia del defocus periferico ottenuto tramite lenti a contatto multifocali nel controllo della progressione miopica.
Bibliografia
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